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Alex, Homo Ordinator ed io – in ricordo di Alex Randolph

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Alexander Randolph (4 maggio 1922 – 27 aprile 2004)

Figlio d’artisti: il padre pittore, la madre scultrice, inevitabilmente artista lui stesso: scrittore, poeta, di sicuro un pensatore e forse addirittura un filosofo, cittadino del mondo, autore di giochi, o meglio l’autore degli autori di giochi.
Il suo breve saggio Homo Ordinator, presentato a Firenze nell’aprile 1999 durante il convegno Board Game in Accademia III, raccoglie le sue riflessioni sul gioco.
Lo lessi anni fa e confesso che, ad una prima lettura, non mi aveva particolarmente colpito. Mi era sembrato uno scritto semplice, un pot-pourri di cose risapute.
Tuttavia, avendo avuto la possibilità di conoscere e di frequentare Alex, lo rilessi in seguito, dopo la sua scomparsa (mea culpa, troppo tardi), e solo allora mi accorsi di alcuni collegamenti, l’idea di un filo conduttore e quindi l’opportunità di sottolineare alcuni fondamentali passaggi.
Qualche tempo dopo una terza rilettura fu per me fondamentale: colsi finalmente le profonde riflessioni di un’intera vita e sorprendentemente sintetizzate in modo semplice ma arguto.
Non rinunciai infine ad una quarta rilettura nel tentativo di cogliere altro ancora, un’immersione più profonda, ma a quel punto più che trovare altro, giunsi a risentire la sua voce pacata, lievemente ironica e scanzonata: e il suo scritto si fece racconto, una favola da cui riemergere appagato.

Mi ritengo molto fortunato di questo incontro, di questa amicizia con Alex benché fosse ormai entrato nei suoi ultimi anni di vita. Provate a leggerlo anche voi: magari accompagnate la lettura con la visione dei vecchi filmati di alcuni interventi di Alex a qualche convegno (si possono trovare, ad esempio, sul canale youtube di studiogiochi) oppure con la puntata del podcast di Wikiradio (Rai Radio 3) che Andrea Angiolino a suo tempo gli ha dedicato.

Per quanto mi riguarda, ora sono più che certo che prima o poi mi attendano sane e sempre stimolanti riletture.

Giuseppe Baggio